Bureau lombardo datato 1772 e firmato Giuseppe Antonio Villa

Succede molto raramente di imbattersi in un mobile antico che sia firmato, datato e addirittura ubicato con precisione, al punto da risultare un’importante pietra di paragone da cui procedere nello studio del barocchetto lombardo.

Il mobile in questione è un cassettone a ribalta (bureau) eseguito secondo i modi tipici dell’ebanisteria lombarda [Figura 1].

Figura 1. Cassettone a ribalta, firmato Giuseppe Antonio Villa, 1772. Di nostra proprietà.

La fronte, leggermente convessa, è scandita da un primo cassetto più basso e da tre sottostanti di uguale dimensione; gli spigoli scantonati mostrano una sequenza di elementi aggettanti e terminano con un piede a ricciolo introflesso. Il piano ribaltabile presenta una forte mossa ai lati stringendosi verso l’alto, che caratterizza fortemente tutto il mobile, dando perciò spazio al centro del fianco, ad un montante riccamente modanato in legno di testa. All’interno troviamo tre coppie di tiretti di egual dimensione lastronati a spina di pesce. Dietro di loro, ben nascosti, si trovano diversi piccoli tiretti e vani segreti.

 [Figura 2].

Figura 2. Il mobile con il piano ribaltabile aperto.

Nell’immagine successiva che mostra un particolare del fianco, si può meglio apprezzare questo movimento che caratterizza solo gli esemplari di maggior pregio sul piano morfologico [Figura 3].

Figura 3. Particolare della parte superiore del fianco.

Si noti l’elegante elemento di raccordo tra il fianco vero e proprio e il lato della ribalta, costituito da una sorta di semicolonna scanalata, nonché la cosiddetta “alzatina”, tipicamente lombarda, che definisce la parte superiore del mobile, all’interno della quale scorre un cassetto basso per parte.

Il mobile è lastronato in noce e radica di noce e intarsiato a motivi sfilacciati che ricordano molto da vicino il decoro definito “pel de rava” (pelle di rapa).

All’indubbia qualità del mobile si aggiungono due elementi che, oltre a confermarne il rango, costituiscono un rilevante documento storico: la firma e lo stemma.

La firma

Sul lato di due tiretti segreti, scritto a china, si legge, rispettivamente: 

Io Giuseppe Antonio Villa feci questo Biurau l’anno 1772 in Legnarello”, 

e: 

(mariagho) Anto di Legnano 1772 

Giuseppe Antonio Villa operaio di Falegname in Legnarello”, 

in questo secondo caso la scritta risulta molto meglio conservata, forse lasciata con più inchiostro. [Figura 4].

Figura 4. Particolare delle scritte sul lato di due tiretti.

Legnarello è un quartiere (contrada) di Legnano, popoloso comune in provincia di Milano, composto oggi da otto contrade, celebre per la battaglia che nel 1176 oppose la Lega Lombarda all’esercito dell’imperatore Federico Barbarossa, mentre sul Giuseppe Antonio Villa, curiosamente definito “operaio di Falegname” non è stato possibile reperire notizie a seguito di una prima ricerca effettuata presso gli uffici dell’Anagrafe comunale.

Al netto di futuri approfondimenti e di eventuali notizie che potessero pervenire dopo la pubblicazione di questo articolo, resta la segnalazione inedita e inequivocabile di un ebanista attivo nell’Alto Milanese nel 1772, negli stessi anni in cui si assisteva, a Milano, all’abolizione dell’Università dei Legnamari (falegnami), sancita definitivamente nel gennaio 1773.

Lo stemma

Al centro della facciata esterna del piano ribaltabile compare uno stemma nobiliare raffigurante un’aquila nella metà superiore e un leone rampante in quella inferiore [Figura 5].

Figura 5. Particolare dello stemma sulla facciata esterna del piano ribaltabile.

Non è stato possibile rintracciare uno stemma con questa precisa fisionomia, ma pensiamo sia la combinazione tra lo stemma della famiglia Lampugnani, per l’aquila coronata di colore nero [Figura 6] e quello della città di Legnano per il leone rampante chiaro su fondo rosso, colore reso nello stemma del mobile con l’utilizzo del bois de rose. [Figura 7].

Figura 6. Stemma Lampugnani (fonte Wikipedia).Figura 7. Stemma di Legnano (fonte Wikipedia).

I Lampugnani erano una nobile famiglia milanese che aveva proprio a Legnarello un maniero che fu demolito nel 1927. Ci sembra giusto e logico presupporre che probabilmente Giuseppe Antonio Villa fosse il loro falegname di riferimento in un’epoca in cui Milano era ancora caratterizzata da un sistema doganale protezionistico, che rendeva perciò più conveniente farsi costruire i mobili in loco, piuttosto che commissionarli alle botteghe milanesi.

In sintesi, ricercando fra gli stemmi delle famiglie nobiliari storicamente legate a Legnano e lo stemma del comune è possibile affermare che il leone rampante sia riferimento a Legnano mentre l’aquila nera in volo alla famiglia Lampugnani, all’epoca proprietaria di un maniero in Legnarello.

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